La prima cosa che un venditore deve percepire è il fatto che come ogni vendita,…
Sebbene l’idea di casa sia strettamente connaturata ad aspetti culturali e locali lo staging di un immobile è una strategia di valorizzazione ottimale ad ogni latitudine.
HOME STAGING: l’ITER E LA DIFFUSIONE
STATI UNITI
Abbiamo già parlato nel precedente articolo dell’origine statunitense dell’home staging e di come, già dagli anni Settanta, la rivoluzione immobiliare apportata da Barb Swartz, fondatrice di questo servizio, abbia dato avvio ad un modo innovativo di vendere case senza il quale, oggi, negli Stati Uniti è impensabile affacciarsi sul mercato.
Ciò che ha reso possibile questa evoluzione con decenni di anticipo sull’Europa, al di là della geniale intuizione dell’imprenditrice americana, è sicuramente un sostrato culturale differente ed un differente modo di intendere gli stili di vita e di concepire la propria abitazione.
E’ risaputo che il culto della casa in America è meno vicino all’idea di focolare stabile di alcune realtà europee in primis l’Italia, in cui la voglia di progettare e personalizzare la propria dimora è ancora molto forte e connaturante. Lo stile di vita americano è caratterizzato da un gusto medio standardizzato e da una maggior propensione e facilità nel cambiare dimora in funzione del proprio lavoro e delle situazioni familiari piuttosto fluide. Gli immobili vengono venduti, infatti, con una preventiva revisione di base: ispezione dello stato manutentivo generale, imbiancatura, arredi di base, cucina e spesso addirittura con formule chiavi in mano.
Ciò ha fatto sì che l’innovazione nelle presentazioni immobiliari iniziata nel ’72 si sia diffusa e generalizzata a tal punto che, già da anni, l’home stager è, negli USA, una figura riconosciuta in un albo specifico Ad essa fanno poi capo numerose associazioni di categoria, di agenti Real Estate e organizzazioni professionali di supporto che rendicontano ogni anno l’efficacia del loro servizio con reports statistici certificati che contribuiscono a promuovere ufficialmente la validità del sistema.
NORD EUROPA
Negli anni Novanta l’home staging si è diffuso anche in Europa, prendendo piede nelle grandi città come Parigi, Berlino e Londra e subito in seguito nei paesi scandinavi dove le case iniziarono ad esser concepite come prodotti commerciali da pubblicizzare per ottenere un’adeguata valorizzazione ed una rapidità nella chiusura delle trattative.
Nel Nord Europa in particolare la cultura del design e l’attenzione innata alla cura della casa hanno indubbiamente agevolato un graduale e naturale inserimento di questo strumento di valorizzazione nel mercato delle abitazioni. Ogni immobile di fascia medio alta viene, da allora, quasi sempre corredato di campagna pubblicitaria e di brochure illustrativa che le agenzie forniscono anche per corredare e innalzare la qualità del loro stesso servizio.
ITALIA
In Italia tale metodo di promozione immobiliare compare soltanto negli anni Duemila, per molto tempo, infatti, è rimasto quasi sconosciuto o percepito come una soluzione di nicchia a cui molti, tra gli addetti a lavori stessi, guardavano con diffidenza come qualcosa di sospetto o comunque non applicabile al mercato italiano. La prassi italiana si articolava e, tranne in alcuni casi si articola tuttora, ignorando perlopiù l’importante monito della fondatrice dell’home staging B. Swhartz: ovvero che occorre concepire del tutto diversamente una casa in cui abitiamo o da cui ci trasferiamo e una casa che dobbiamo destinare alla vendita.
UNA MIOPE PRASSI CONOSLIDATA
Nelle case abitate:
- si mantengono le normali consuetudini;
- gli ambienti vengono presentati con aspetti, odori, particolari troppo personali;
- non di rado si lascia caos, magari animali gironzolanti e abitanti che pongono in soggezione chi entra poiché si sente un estraneo a disagio.
Nelle case vuote:
- si staccano i contatori per motivi economici, limitando così anche le visite di coloro che possono accedere solo in certe fasce orarie per motivi lavorativi;
- si porta via tutto l’arredo utile, lasciando solo pezzi obsoleti o malconci;
- si trascura la manutenzione minima e l’imbiancatura pensando che non sia più un proprio problema.
A dare linfa al settore è stata, paradossalmente, la crisi economica, dunque anche immobiliare, degli ultimi decenni, che ha registrato un dislivello considerevole tra la domanda e l’offerta spingendo i prezzi al ribasso e ha comunque cambiato nettamente il mercato immobiliare anche se con indici differenti nelle differenti realtà italiane. Solo di recente l’home staging sta prendendo piede e sta incontrando l’interesse e l’approvazione di agenti, investitori oltre a privati grazie anche alle numerose serie televisive che lo mostrano come una ineludibile ed efficace consuetudine negli Usa e non solo.
Il settore italiano delle compravendite immobiliari, dunque, sta riconoscendo il valore e l’importanza dell’ home staging per chiudere trattative velocemente e a un buon prezzo. Seppur in fase embrionale l’Italia sta scoprendo la validità di questa professione per presentare al meglio un immobile attraverso:
- l’esaltazione delle caratteristiche positive della casa da vendere oppure da affittare;
- l’attenuazione dei possibili difetti;
- la rispondenza al target di riferimento.
Non va poi tralasciata la sfavorevole contingenza storica che stiamo attraversando, simile per certi versi alla crisi del 2008, pertanto non va dimenticato il vantaggio che la “messa in scena” e la pubblicizzazione di un immobile possono valere in una periodo di stagnazione del mercato immobiliare come quello che presumibilmente si profilerà dinnanzi a noi nella fase post pandemica.
Seppur si tratti di indicatori in miglioramento, Nomisma, osservatorio di dati immobiliari, per l’Italia una permanenza media sul mercato delle case usate di circa 7 mesi e una differenza del 14% tra il prezzo richiesto e quello conseguito alla fine della trattativa, mentre i dati rilevati dall’associazione Home staging lovers riferisce che le case sottoposte a home staging si vendono in 48 giorni con uno sconto medio nettamente inferiore.
Se è dunque vero che la diffusione e le tempistiche di radicamento di questa strategia di vendita immobiliare siano state differenti nei vari luoghi è altrettanto vero che i vantaggi nella promozione immobiliare si profilano validi ed efficaci ad ogni latitudine.